Stile ed economia per chi guarda avanti

“IO RESTAURANT”: il Cilento raccontato dallo Chef Pascal Sfara 

“IO RESTAURANT”: il Cilento raccontato dallo Chef Pascal Sfara 

Amata, premiata, imitata. A qualsiasi età e latitudine. È la cucina cilentana che oggi rivive con guizzi di internazionalità nei piatti dello Chef Pascal Sfara – allievo spirituale di Gualtiero Marchesi – dopo lunghi successi ed esperienze oltre i confini del Bel Paese tornato in Italia con un sogno nel cassetto: raccontare il Cilento attraverso un calibrato mix di arte, storia, creatività e sapori.

Chef Sfara ha lanciato il suo guanto di sfida questa estate, nel cuore verde di un piccolo ma celebrato paese cilentano a ridosso del mare da un lato e della montagna dall’altro: Sapri.

Qui è nato “IO Restaurant”, ormai entrato a pieno regime di attività sia diurna sia serale, per la gioia dei palati più esigenti e per la felicità di chi desidera non solo sperimentare ma anche osare lasciandosi tentare da particolari proposte inserite in un menu che è omaggio appassionato a un territorio dove il cibo è cura, fatica, condivisione, memoria e tradizione. 

A costruire pezzo dopo pezzo questo immenso sogno dedicato al Cilento Chef Sfara non è solo in cucina e il suo braccio destro è il saprese Vito Mandola che ha all’attivo diverse collaborazioni con realtà del territorio lato food.

Innovazione senza pregiudizi

A tutto questo Chef Sfara aggiunge uno slancio di tecnica affinata col tempo e innovazione senza pregiudizi per un progetto gastronomico davvero ambizioso che segna il ritorno a casa di chi ha portato l’eccellenza italiana e cilentana nel mondo, ottenendo premi e plausi nei cinque continenti dagli Emirati Arabi all’isola di Mauritius.

Adesso però è il momento di riappropriarsi delle radici e di dare concretezza a un’idea precisa: portare l’ospite a vivere il Cilento a tavola come un’esperienza sensoriale a tutto tondo. Fra i progetti in fase di definizione aperitivi “small bites based”, corsi di cucina per adulti e bambini con uno sguardo particolare rivolto alle persone con disabilità.

Identità e narrazione in un ristorante che è luogo dell’anima

“IO Restaurant” è un “luogo dell’anima” dove la cucina si fa “racconto universale” e i menu si ispirano su un doppio fronte sia alle opere d’arte locali sia alla cultura del territorio. I sapori del Mediterraneo si avvicinano a mondi esotici attraverso l’uso sapiente delle spezie per un’esplosione inattesa di gusti che stupiscono piacevolmente.

L’identità culinaria si fonde con la narrazione. La proposta coincide con piatti dall’anima contemporanea, capaci di suscitare emozioni, nutrendo ad ogni boccone mente, occhi e sensi grazie a proposte suggestive che iniziano dal piatto stesso e arrivano alla persona.

Percorsi e ambienti tra magia e realtà

Due i percorsi al momento disponibili: “Cilento Passato Futuro” e  “My Way”. In quest’ultimo caso le proposte sono una sorta di incontro scoppiettante tra Italia e Mondo mentre nel primo caso si tratta di piatti della tradizione, appunto, rivisitati in chiave moderna con qualche tocco estroso.

“Attraverso ‘IO’ voglio spiegare cos’è davvero il Cilento: una terra antica, viva, che parla mille linguaggi”, ci tiene a sottolineare Chef Sfara mentre invita a momenti di relax nel suo locale che promette di essere non un ‘semplice’ ristorante bensì  un luogo in cui rilassarsi magari sorseggiando un cocktail in giardino o regalandosi una pausa all’insegna di cibo servito in uno spazio-laboratorio che parla la lingua della cultura cilentana e profuma di accoglienza. 

Chef Sfara crea magie nella sua cucina pensando al senso del cibo, all’importanza di unire amore e sostanza quando si approntano proposte culinarie, al rispetto che occorre per le materie prime e alla premurosa cura che richiede prepararle.  La lunga strada verso Sud di questo intrepido e giovane uomo con origini a metà tra l’Italia e la Francia è un esempio di resilienza e anche specchio del desiderio di farcela, di “vincere” la sfida, di ottenere consensi nella propria terra così come li si è ottenuti in terra straniera, senza mai dimenticare l’importanza e il valore del sacrificio. 

Mise en place d'autore, eccellenze del territorio e cucina a km zero

Il piccolo giardino incastonato fra le mura di un antico palazzo e una sognante villa ristrutturata di recente, è perfetto quando il clima mantiene ancora dolci promesse estive ma se inizia a sferzare il vento d’autunno o fanno capolino le prime temperature rigide dell’inverno, beh allora si possono gustare i piatti firmati Pascal Sfara in un raccolto ambiente interno che accoglie tra comode sedute moderne in velluto colorato, luci di piccole lampade ad olio che disegnano avvolgenti atmosfere e una riproduzione a tutta parete della celebre “Tomba del Tuffatore” oltre ad un’ampia cucina a vista sempre tirata a lucido (anche quando i fornelli sono in fermento perché, si sa, ordine e igiene in cucina sono essenziali e Chef Sfara ci tiene tantissimo).

Anche la toilette è un omaggio al Cilento: è stata concepita negli arredi e nei materiali utilizzati come una sorta di grotta, a voler ricordare uno dei fenomeni carsici più affascinanti d’Italia, l’Inghiottitoio del Bussento, nel quale si inabissa il fiume omonimo per poi riemergere, dopo un percorso sotterraneo di circa 4 km, nei pressi dell’Oasi WWF di Morigerati. 

Delicata e degna di nota la mise en place che punta su pregiati tessuti realizzati con telaio a mano da Salaura, rinomata bottega tessile di un ridente borgo cilentano, Tortorella, e specializzata nella tessitura di fibre vegetali tra cui la ginestra. 

Quanto ad altri prodotti cilentani impiegati con orgoglio Ma questa volta in cucina, meritano menzione il miele di Roccagloriosa, l’olio del Frantoio Marsicani (Morigerati), i formaggi e i latticini dell’Azienda Agricola Menzapelle (Caselle in Pittari) a base di latte di capra cilentana e di mucca Jersey oltre alla salsiccia casalettana del Salumificio Saima (Casaletto Spartano) che si distingue per la lenta lavorazione, l’essiccazione a fuoco e la conservazione nello strutto.

Il pane, fragrante e profumato, arriva invece da Nemoli ed è prodotto artigianalmente così come home made sono la pasta in menu – eccezionali i  cavatelli – o le scauratelle magari accompagnate da gelato al rosmarino, per chiudere in dolcezza il pasto (pranzo o cena che sia). Tra i cavalli di battaglia l’agnello alla liquirizia. Da provare. Senza indugio alcuno.

La cucina a km zero che porta la salute a tavola è uno dei must di “IO Restaurant”  mentre per Chef Sfara il mantra da ripetere e trasmettere agli ospiti in sala è “Expect the Unexpected”.

E voi siete pronti a tutto?

ARTICOLI CORRELATI