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Olive: il consumo è in crescita. La tradizione diventa un trend

Olive: il consumo è in crescita. La tradizione diventa un trend

La ricerca di Niq e il report di YouGov: l’oliva è la regina dell’arte culinaria. Gli italiani la preferiscono verde e denocciolata

Forte anche l’esplosione del trend dell’aperitivo, trend di cui abbiamo parlato in questo articolo, le olive, da sempre sulle tavole degli italiani, vedono ora una crescita esponenziale della loro vendita: secondo la ricerca targata Niq, pubblicata anche dal Sole24Ore, si parla di dati che raccontano una crescita del 6,3% e un giro d’affari verso i 300 milioni.

Consumo di olive: i dati

Come evidenziato da una AstraRicerche, il settore dei sottoli e sottaceti nel 2023 ha venduto nel segmento retail in Italia prodotti per un totale di 84.800 tonnellate, generando un valore di oltre 687 milioni di euro. Il prodotto più venduto della categoria sono le olive, consumate sia in purezza sia nella preparazione di alcuni dei piatti della tradizione culinaria italiana, seguite da carciofini, funghi e pomodori.

L’acquisto di queste conserve vegetali ha fini diversi ma ben radicati: il 41,3% li mangia tutte le settimane, mentre per il 46,3% è un’abitudine mensile.

Si gustano in particolare a casa (73,2%), come contorno (66%), soprattutto per le persone di fascia di età più elevata. I più giovani li apprezzano soprattutto per degli spuntini a metà giornata, durante gli aperitivi o per arricchire i panini. Se il gusto è il principale driver di acquisto con il 75%, per circa il 69% dei rispondenti è la praticità e la versatilità nel preparare piatti il motivo della scelta.

Le olive: come le mangiano gli italiani

Si festeggia il 26 novembre la Giornata Mondiale dell’Olivo, durante la quale viene celebrata la pianta in questione capace di dare uno dei frutti più amati dagli italiani. L’olio di oliva è uno dei prodotti del Made in Italy più apprezzati sia in Italia sia nel resto del mondo, ma l’olio non è l’unico modo in cui l’olivo raggiunge le tavole di tutti: il consumo della semplice oliva è sempre più diffuso, il 61% degli italiani le mangia come aperitivo, il 59% le utilizza nei sughi, più della metà nell’insalata (55%) e il 40% come condimento per i secondi.

Basti pensare che solamente il 6% degli italiani dichiara di non mangiare le olive. Secondo i consumatori, inoltre, l’oliva “perfetta” è quella verde: il 60% la preferisce a quella nera, scelta solo dal 27%. Viene preferita, inoltre, vuota (dal 65%, mentre il 25% la predilige ripiena), intera (83%) e denocciolata dal 64% contro il 28% di chi la preferisce con il nocciolo (report realizzato da YouGov utilizzando dati rilevati tramite metodologia Omnibus).

Le tre ricette con le olive più amate

L’oliva, forte anche di essere l’ingrediente principale del condimento più utilizzato dagli italiani, è la regina dell’arte culinaria: vediamo quali sono le tre ricette più amate, per quanto riguarda la tradizione italiana, in cui l’oliva regna sovrana.

La focaccia con le olive. Ha una lunga storia che si intreccia con la tradizione della focaccia in generale, un pane piatto e condito tipico dell’area mediterranea. Le sue radici risalgono all’epoca dell’antica Roma, dove veniva preparata una forma di pane chiamata “panis focacius”, cotto su un focolare. Questo pane semplice era spesso arricchito con erbe e ingredienti disponibili localmente.

Con il passare dei secoli, la ricetta della focaccia si è evoluta e diffusa in diverse regioni italiane, assumendo caratteristiche specifiche a seconda delle tradizioni locali. La focaccia ligure, ad esempio, è conosciuta per la sua consistenza morbida e unta, spesso arricchita con ingredienti come le olive, che sono abbondanti nella regione.

Panzanella con olive. Si tratta di un piatto tipico della tradizione contadina toscana, una sorta di insalata estiva fatta con pane raffermo, pomodori, cipolla, basilico e cetrioli, il tutto condito con olio d’oliva, aceto e sale.

 La panzanella con olive è una variante di questa ricetta classica che include l’aggiunta di olive, le quali arricchiscono il piatto con il loro sapore caratteristico.

Sugo alla puttanesca. La maggior parte delle fonti concorda sul fatto che sia nato a Napoli intorno alla metà del XX secolo, precisamente negli anni ’50. Una delle storie più accreditate attribuisce la creazione del piatto a Sandro Petti, un ristoratore e proprietario del ristorante “Rancio Fellone” a Ischia. Si racconta che, una sera, alcuni clienti affamati arrivarono al suo ristorante quando la cucina era quasi vuota.

Petti, con pochi ingredienti rimasti, preparò un sugo rapido con ciò che aveva a disposizione: pomodori, olive, capperi e acciughe. Alla domanda dei clienti su cosa stesse cucinando, avrebbe risposto “una puttanata qualsiasi”, da cui il nome del piatto.

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