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L’AI incontra l’arte di Leonardo Da Vinci: la prima mostra Phygital

L’AI incontra l’arte di Leonardo Da Vinci: la prima mostra Phygital

Immagina di accedere a un’art exhibition e di poter interagire con i soggetti delle opere esposte e di godere a pieno, immergendoti, dell’esperienza sensitiva.

È quello che accade quando l’eclettismo virtuoso di Pedro Sandoval, artista venezuelano, incontra l’elevato background ingegneristico di Media Engineering, azienda romana specializzata nella realizzazione di ologrammi, software e applicazioni innovative. 

Per la prima volta un artista d’avanguardia ha impiegato la tecnologia e l’intelligenza artificiale al servizio del suo estro per ri – creare opere magistrali che in futuro potremo ammirare nei grandi musei in giro per il mondo.

Il celebre artista, genio dell’arte in anticipo sui tempi, grazie alla collaborazione del visionario imprenditore italiano Gregorio Maiorano, ha presentato a Firenze, a Palazzo Corsini, la sua prima mostra realizzata con l’intelligenza artificiale.

“Nuovo Rinascimento” è il nome che prende la  rivoluzionaria mostra: 25 opere del Rinascimento italiano vengono reinterpretate da Sandoval in chiave pop art, dando vita alla prima mostra Phygital della storia.

Immagini rinascimentali e contemporanee si fondono, grazie a un minuzioso lavoro di stampata al laser a 28 colori e ritocchi a mano, ed esprimono la visione che l’artista ha della figura umana e delle nuove frontiere dell’arte. Le opere sono state realizzate con pittura su tela in metacrilato in chiave pop art.

L’opera più iconica della collezione, in mostra a Firenze, è “La ragazza della Toscana”, che interpreta l’idea di perfezione e nasce dalla più pura immaginazione combinata con la tecnologia. Ogni opera è ritoccata a mano da Sandoval, rendendola un pezzo unico.

“La fonte d’ispirazione di Sandoval, per la sua mostra Rinascimento Digitale, è Leonardo Da Vinci. Il nostro team ha quindi creato un avatar olografico della madre dell’artista, Caterina, che interagisce con i visitatori, li accoglie nella stanza immersiva, ed è pronta a rispondere a qualsiasi curiosità riguardante suo figlio” commenta Antonio Franzese, CEO di Media Engineering.

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Tutto il potere del connubio tra arte e intelligenza artificiale si tramuta nella forza espressiva di rendere reali e dinamiche opere e persone di epoche  passate, rendendo interattiva l’esperienza del visitatore.

Le creazioni di Sandoval sono state supportate dall’introduzione di un cubo immersivo e dall’ impiego di tecnologie immersive atte a rendere effetti sonori ed effetti 4D, come il vento simulato così da rendere l’opera generata con AI una vera e propria avventura a 360°.

La nuova frontiera dell’ arte e dell' AI

Il 2018 ha segnato l’inizio di una nuova frontiera artistico – tecnologica.
Nella sede newyorkese di Christie’s l’appuntamento era fissato per il 25 ottobre: una data storica per la prestigiosa casa d’aste che avrebbe battuto per la prima volta un’opera d’arte creata  dall’intelligenza artificiale.

La performance de Il ritratto di Edmond Belamy, frutto dell’intuizione del collettivo francese Obvious, composto da Hugo Caselles-Dupré, Pierre Fautrel e Gauthier Vernier, e firmato dall’algoritmo che l’ha generato, è andata oltre ogni più ottimistica previsione.

La base d’asta, infatti, oscillava tra i 7 e i 10 mila dollari, ma la battaglia per aggiudicarsi il capolavoro è stata agguerrita, tanto da far lievitare il prezzo fino alla cifra, inaspettata, di 432.500 dollari, circa 380.200 euro.

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L’evento ha rappresentato un trionfo straordinario, con l’opera che ha raggiunto un prezzo 40 volte superiore alla stima iniziale. Un momento epocale che ha ridefinito il mondo dell’arte e l’impatto delle tecnologie emergenti sul mercato artistico globale.

Il quadro, creato utilizzando la tecnologia Gan (generative adversarial network, ovvero rete generativa avversaria), fa parte di un gruppo di 11 ritratti di un’immaginaria famiglia, ideati dal collettivo francese che ha archiviato in un algoritmo 15mila dipinti realizzati tra il XIV° e il XX° secolo.

Il resto l’ha fatto il computer, i ragazzi del collettivo l’hanno solo stampata e incorniciata. A questo successo fanno eco le parole di Richard Lloyd, responsabile internazionale di stampe e multipli per Christie’s e ideatore dello storico incanto: 

"L'intelligenza artificiale è solo una delle diverse tecnologie che avranno un impatto sul mercato dell'arte del futuro, anche se è troppo presto per prevedere quali potrebbero essere gli effettivi cambiamenti". Sappiamo solo che è l’inizio di una nuova era”.

A questo punto ci si chiede: ma come funziona l’AI nel settore dell’arte? Ci risponde direttamente Franzese:

“Il processo creativo è diverso da quello completamente umano e di tipo manuale: come in altri settori, anche in questo caso la macchina impara per apprendimento enormi dataset: parliamo di miliardi di dati, molti di più di quelli che il cervello umano è in grado di memorizzare e rielaborare in maniera creativa.

L’artista e il suo team di programmatori entrano in gioco quando forniscono alla macchina output in grado di creare opere sempre diverse. Questo significa che non si tratta di collage di opere esistenti, ma di un collage di pixel esistenti che si completano con i meccanismi di apprendimento della macchina stessa”.

La complementarietà tra l’impulso artistico e il lavoro algoritmico dell’AI ha l’unico scopo di rinnovare nell’era contemporanea il fascino eterno dell’arte.

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