L’intelligenza artificiale, o AI che dir si voglia, sta rivoluzionando i paradigmi concettuali ed espressivi del mondo dell’arte sia in termini di fruizione e accessibilità sia in termini di nuovi orizzonti creativi.
La recente stagione artistica, a partire dal 2023, ha avuto una funzione di “prova generale” per un’ AI sempre più integrata nel sistema istituzionale e il primo colpo forte di piccone lo ha dato al MoMA Refik Anadol con l’installazione Unsupervised – Machine Hallucinations convertendo dati storici in paesaggi dinamici intesi come sguardi non umani capaci tuttavia di osservare l’arte con spirito critico tipico invece dell’uomo.
Altri progetti da allora si sono imposti all’attenzione pubblica e il dibattito principale è arrivato all’anno in corso, 2025, con l’urgenza di comprendere reali valori ed effettivi benefici della collaborazione / interazione uomo-macchina.
Gli output generati dall’AI si stanno affermando progressivamente come strumento attraverso cui esplorare nuove estetiche e in questo processo vanificato dalla tecnologia l’artista è si colui che crea ma anche colui che guida questo processo facendo in modo che la “macchina” raggiunga inattesi (e forse insperati) risultati.
Creatività. Chi era Costei?
Inutile sottolineare come tra le più “attaccate” dal pensiero critico ci sia l’AI generativa capace di produrre opere d’arte originali muovendo da istruzioni testuali. Cosi facendo – si chiedono in molti – dove andranno a finire autorialità, originalità e creatività? Senza contare quanto l’intelligenza artificiale stia influenzando il mercato dell’arte: basti ricordare che nel 2024 Alan Turing ha realizzato tramite il robot umanoide Aida, guidato dall’AI, un ritratto poi addirittura venduto da Sotheby’s.
Certo lo scenario è frastagliato e non mancano comunque interessanti utilissime applicazioni dell’AI in ambito artistico-culturale proprio come accade per già in alcuni Musei dove si è iniziato a dare un boost (e in fase di implementazione) all’interattività attraverso tour virtuali sempre più articolati e chatbot sempre piu performanti per coinvolgere maggiormente i visitatori.
L’Italia non è da meno rispetto ad altri Paesi sebbene ci sia ancora da “educare” il grande pubblico. Nel frattempo si procede con incontri, festival, rassegne che esplorano in maniera piu o meno marcata e diretta l’intricato rapporto tra arte e AI.
Arte Italiana & Intelligenza Artificiale
Abbiamo artisti come Andrea Crespi che insieme con SVCCY ha riscosso grandi successi a Londra con le sue opere digitali, o Roberto Beragnoli che con la sua serie “Journey to Italy” esplora terreni impervi come quelli della memoria visiva sino a re-immaginare l’Italia in un crescendo di paesaggi onirici e scene familiari mediante uso dell’AI. Molto interessanti anche i lavori di Paolo Bufalini, Giuseppe Ragazzini, Valerio Borgonuovo.
Il Bel Paese – dove l’uso di modelli generativi per creare nuove opere o rielaborare archivi è uno dei trend più evidenti – ha voluto stupire anche in ambito musicale e proprio quest’anno (2025) è stata lanciata con un singolo virale IAM, cantante italiana creata con l’IA.
E poi ci sono artisti che si muovono in punta di piedi, con leggerezza. Che si avvicinano al tema dell’Intelligenza Artificiale cercando di lasciare al centro l’Uomo affinché sempre ci si ricordi che c’è progresso laddove esistono confronto e compenetrazione non prevaricazione. L’Intelligenza Artificiale non deve e non può fagocitare niente e nessuno.
Luisa Pineri per la prima volta a Venezia nel segno dell’AI
Da questa idea di fondo inizia il viaggio intimo e permeato di riflessioni dell’artista Luisa Pineri che espone per la prima volta a Venezia i suoi lavori più recenti in occasione della personale ‘ARTE. EMOZIONI. AI”.
Ospitata fino al 13 novembre 2025 nella luminosa cornice dell’Hotel Continental Venice – che apre cosi la seconda tappa del progetto espositivo “Art & Luxury Travel”, la mostra della Pineri è stata realizzata sotto l’occhio vigile dell’art curator Michela Poli.
L’intero percorso si snoda tra le vetrine del luminoso Bistrot dell’Hotel Continental, dove arredi moderni e oggetti di design contemporaneo entrano in dialogo con dieci ammalianti creazioni in stile rip out provenienti da collezioni private.
I lavori di Luisa Pineri sono materici e sperimentali insieme. Quasi delle sculture. Ma su cartone e realizzate completamente secondo una precisa tecnica manuale. Quello che l’artista riproduce nella serie in mostra a Venezia sono volti, sguardi, occhi puntati verso scenari immaginari in una crasi continua fra realtà fisica e realtà virtuale, chiamate ad un arricchimento reciproco attraverso il filo di arte ed emozioni, un filo capace di “cucire” mondi all’apparenza lontani scongiurando qualsiasi reciproca manipolazione e favorendone invece l’integrazione.
Se è vero che l’arte è sempre più democratica e senza confine alcuno. Se è vero che tutti dovrebbero fruirne anche in luoghi non necessariamente istituzionali purché pronti con sensibilità e delicatezza ad accoglierla, allora l’Hotel Continental Venice è il “place to be” di questa stessa arte che supera la staccionata della mera bellezza estetica per farsi momento di confronto, riflessione e condivisione.
Nella centralissima Lista di Spagna, crocevia di veneziani e turisti da tutto il mondo che ogni giorno intrecciano le loro storie personali a quelle, bellissime e suggestive, della Città, Luisa Pineri propone la forza dirompente di un lavoro che parla di AI ma non è assolutamente basato sull’impiego di AI. Una contraddizione? No, affatto. Anzi, un simile processo nasconde un desiderio: portare sotto i riflettori immagini capaci di raccontare la transizione verso nuove frontiere tecnologiche ma che non siano realizzate al computer o comunque attraverso l’impiego di specifici devices e app.
La prima esposizione negli spazi dell’Hotel Continental è stata quella di Wil-ma Kammerer con le sue borse d’artista. Successivamente all’artista Luisa Pineri, esporrà l’artista Paolo Socal.
Il Progetto “Art & Luxury Travels” è nato nell’estate di quest’anno e mira a portare nel cuore di Venezia i lavori di artisti che guardano con delicatezza e gesto poetico, ma al tempo stesso con convinzione, alla sperimentazione declinata in tutte le sue infinite sfaccettature in nome di un’Arte al di sopra di ogni limite, barriera e ideologia. Un’Arte che possa curare le fratture ed essere coesiva, accogliente. Sempre.



