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Dove metteremo i partecipanti di America’s Cup (se Napoli non ha un Marina adeguato)? 

Dove metteremo i partecipanti di America’s Cup (se Napoli non ha un Marina adeguato)? 

Il paradosso è tipicamente italiano: Napoli è stata scelta come luogo dove si disputerà la 38esima America’s Cup firmata Louis Vuitton. “Dove li metteremo è tutto da vedere”, spiega Gennaro Amato, presidente di Afina, Associazione Filiera Nazionale della Nautica, “perché Napoli non ha marine in grado di garantire sufficienti posti barca, il problema è annoso e ne abbiamo parlato in molteplici convegni dal 2023, alla presenza di Ministri, presidenti di Regione, Sindaci. Per ora con scarso esito, fra problemi burocratici e vincoli”. 

Gennaro Amato

Fra lungomare costruiti in epoca Savoia e pastoie burocratiche, gli imprenditori si sono mossi, presentando due proposte sia per la zona di Mergellina sia per Nisida. 

“Come Afina abbiamo riunito un gruppo abbastanza ampio di associati e presentato un progetto di riqualificazione e ampliamento del porticciolo di Mergellina”.

Poi, esiste il progetto inerente alla creazione di un nuovo polo nautico a Nisida. “Iniziative che porterebbero molteplici posti di lavoro: a Mergellina sono previste 80 assunzioni per 350 posti barca”. In più, si darebbe respiro a una filiera che sta soffrendo, proprio per l’imbuto creato dalla scarsità di ormeggi. “Sarebbe come levare strade alle auto: se non sai dove guidare, la macchina non la compri. Pensi che la mia azienda ha dovuto annullare un contratto a un cliente che aveva acquistato un gommone perché non sono riuscito a trovargli una boa a Sorrento, dove attraccare”. 

Ora, la palla passa alle istituzioni, perché la America’s Cup è pericolosamente vicina: le prime regate sono previste a maggio 2026, mentre la kermesse si concluderà nel 2027. 

“Stanno già chiamandoci per chiedere posti barca e non sappiamo cosa dire, qualcosa dovremo inventarci”, prosegue Amato, che fra pochissimi giorni, il 7 novembre, inaugura Navigare Sud, giunta alla 39 esima edizione.

“Avremo 140 imbarcazioni fino a 30 metri, in acqua. Se avessimo Marine all’altezza, Napoli potrebbe essere la capitale della nautica europea”. 

Un bel vantaggio di esporre a Navigare è il costo, non proibitivo, ma onesto degli stand. “Cerchiamo di realizzare saloni che non abbiano un peso insostenibile per la piccola nautica”. 

La nautica è florida, il diporto corre veloce. Ma mancano attracchi

Con 8.000 km di coste è quasi un assurdità che manchino attracchi. Eppure è così. 

“Solo a Napoli avremmo bisogno di 5.000 posti barca. Per questo faccio appelli alle istituzioni, affinché i progetti presentati siano recepiti e affinché possa essere sfoltita la burocrazia che blocca spesso l’avanzare delle cose”.

Anche perché la nautica porta valore. Quella che anima le fiere di  Bologna e Napoli non è la nautica dei grandi yacht, su cui l’Italia ha un primato mondiale. Qui si parla di barche dai 6 ai 13 metri, che fanno però il grosso del mercato nazionale ed europeo.

“Proviamo a levare le Marine dalle città costiere e vedremo un impoverimento del tessuto commerciale circostante. Alberghi, negozi, strutture ricettive. Quando a Ischia è rimasto bloccato il Marina di Marina di Lacco Ameno i negozianti ne hanno risentito in maniera drammatica, non è solo una questione di ormeggi e carburanti, ma di economia locale. Per ogni euro che entra, il moltiplicatore è di 8”. 

L’asse Napoli Bologna tiene bene

Se Napoli ospita Navigare, ai nastri di partenza e NauticSud che invece si terrà a febbraio 2026, Bologna dà un bel respiro alla nautica da diporto con il Salone internazionale all’interno dei padiglioni di Bologna fiere. 

L’evento si svolge con i patrocini della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Bologna e della Camera di Commercio di Bologna ed è organizzato da SNIDI – Saloni Nautici Internazionali D’Italia – presieduta da Gennaro Amato, in collaborazione con BolognaFiere Spa e la partnership di Trenitalia del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiano.

Dalla prima edizione del 2020 ad oggi abbiamo implementato il numero delle imbarcazioni in mostra, portandole da 100 a oltre 160, anche le aziende espositrici sono aumentate, passando dalle iniziali 39 alle attuali 63. Quello però che ripaga tutti gli sforzi organizzativi compiuti durante la pandemia, con una edizione in pieno lockdown – spiega Gennaro Amato -, è la stima e fiducia che ci è stata riconosciuta da alcuni cantieri italiani importanti che, per la prima volta, hanno deciso di partecipare al Salone Nautico Internazionale di Bologna aumentandone la visibilità e valorizzandolo ulteriormente”.

La nautica, insomma, gode di ottima salute. Quella da diporto nel 2024 ha messo a segno un fatturato record di circa 8,6 miliardi di euro, guidata sempre dal segmento dell’alta gamma e della cantieristica. L’export ha raggiunto i 4,3 miliardi di euro, il comparto impiega circa 157.000 persone, di cui 70.000 nella cantieristica e 60.000 nel turismo nautico e nella flotta. L’Italia continua a essere leader nel segmento dei superyacht a livello mondiale, con il 54% degli ordini. 

Nel diporto, secondo quanto riportato da Confindustria nautica, fino a 24 metri di lunghezza, il 22% degli intervistati prevede un aumento del fatturato per il 2025, il 45% stima una situazione stabile e il 33% si aspetta un peggioramento.

Quanto al turismo, i dati sono positivi: secondo l’indagine Assomarinas, le proiezioni per l’anno solare 2025 indicano una crescita in tutte le principali componenti del fatturato dei porti turistici. In particolare, le stime mostrano un aumento che va dal +1,5% per le vendite di posti barca al +3,2% relativo agli ormeggi in transito. 

La questione ormeggi diventa sempre più urgente…

Napoli 9 novembre 2024 38esima edizione di Navigare Foto: Stefano Renna

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