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Un “gioco” che insegna a vivere 

Un “gioco” che insegna a vivere 

Ho il compito di entrare nelle scuole e spiegare questa bellezza”. La bellezza a cui Luigi Mastrangelo, asso della pallavolo, si riferisce, è quella dello sport: sarà lui infatti a raccontare ai ragazzi cosa significa essere atleti, che valore sociale e formativo ha l’attività sportiva, in occasione dei Giochi del Mediterraneo, che si terranno a Taranto dal 21 agosto al 3 settembre 2026

Mastrangelo, 3 ori e un argento ai campionati europei,  un argento in Coppa del Mondo e alle Olimpiadi di Atene fra i titoli vinti,  è infatti il titolare del Progetto Scuole ai Giochi del mediterraneo che, come ci ricorda, sono nati ben 70 anni fa ad Alessandria d’Egitto e si configurano come una vera e propria Olimpiade dei paesi bagnati dal Mediterraneo. 

Il bronzo olimpico

A questi giochi parteciperanno quasi 5mila atleti, per una trentina di discipline. Ed è proprio l’essenza di questo percorso che Luigi andrà a condivider e con i ragazzi. “Parlerò tanto di cose che sono state al centro anche della mia vita, per trent’anni” spiega il campione, che in questi anni si è cimentato in tanti percorsi incluso quello di attore, ma che conserva dentro sé quel patrimonio di personalità e passione necessario per vincere. 

La pallavolo, in particolare, insegna il rispetto verso i compagni, ma altresì il rigore. Impari il fair play, se sei forte e vinci devi farlo con eleganza, apprendi a non deridere, a non odiare”.

Senza vis polemica, Mastrangelo parla di un valore che è quello della correttezza, non sempre magnificato da altri sport più popolari. 

Nella pallavolo non si possono fare finti falli, non si simula. Oggi abbiamo tecnologie di videocheck per cui quando si tocca muro si rischia la figuraccia, mentendo. Perciò l’atleta alza la mano e lo dichiara”. 

La vera vittoria è non arrendersi

La mentalità si costruisce quando dalle difficoltà trai le soluzioni. I ragazzi in quest’epoca faticano ad accettare le sconfitte o le delusioni, mollano. Lo sport ti insegna proprio a ripartire, a mettersi in gioco, a non arrendersi”. 

Anche questo è un concetto fondamentale, per dialogare con i giovani, staccandoli da supporti virtuali per farli entrare nel vivo delle cose. 

Lo sport ci insegna a cooperare, a rispettarsi, a risolvere le cose insieme, ad aiutare i compagni che vivono una difficoltà, che non stanno giocando bene. Difficilmente si può comprendere tutto questo, senza partecipare a un’attività sportiva”. 

Al pari, Mastrangelo sfata il mito del talento, spesso sovradimensionato. 

Quando pensi che grazie al talento arriverai lo stesso, è la volta che non arrivi. Ci vuole costanza, bisogna superarsi ogni giorno. Il talento, se non lo curi si perde”. 

L’ennesima conferma che sono le doti mentali a determinare l’iter di un atleta. 

Raggiunto un obiettivo, ne subentra un altro. Appassionarsi  e curare quella passione è fondamentale. Io nasco come calciatore, ma ero troppo alto. Mi sono avvicinato alla pallavolo ed è scattata quella passione.

Dopo un anno ero già insieme a grandi come Lucchetta, Zorzi. Ma non mi sono mai reso conto del mio talento, ho sempre ricercato la perfezione nel mio ruolo, quello di centrale. Se ogni atleta della squadra cerca di migliorarsi ogni giorno, si crea un gruppo imbattibile”. 

Promuovere lo sport come educazione al valore

Ai Giochi del Mediterraneo, Luigi farà quello che sta facendo da tempo nella vita, dopo esperienze sfaccettate in tv, nel cinema, nei reality, come opinionista. “Sono attivo in Sport e Salute, una iniziativa statale che si occupa di promozione dello sport presso i giovani, per diffondere stili di vita sani e corretti nelle scuole.

Quando i ragazzi vedono atleti leggendari come Rosolino, Keki, Tardelli, si vede il sogno nei loro occhi. Facciamo in modo che questo sogno li porti a comprendere valori importanti nella loro vita e nella società”. 

Che poi sono identificare una passione, focalizzarsi su di essa con impegno, con costanza, ogni giorno. In tutto questo, Luigi fa anche il papà. In fondo, gioca la partita più bella. 

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