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Ispirazione Bauhaus.  Jil Sander alle prese con l’industrial design

Ispirazione Bauhaus.  Jil Sander alle prese con l’industrial design

Definita la Sacerdotessa del minimalismo, apprezzata per il suo orientamento ad un lusso discreto e conosciuta come l’Armani tedesca con un passato alle spalle da ex giornalista di moda, Jil Sander torna sotto le luci della ribalta grazie a un nuovissimo progetto che omaggia il Bauhaus e parla la lingua dell’industrial design.

Parliamo della collaborazione tra la Sander e il colosso Thonet, trampolino di lancio della collezione “JS. Thonet – divisa nelle linee Serious e Nordic e presentata a Milano in occasione della Design Week 2025 negli spazi molto intimi e minimal della galleria Il Castello in via Brera. 

Qui la sedia Cantilever S 64 e il set di tavoli B 97, miti assoluti dell’industrial design con ben un secolo di vita, sono stati i protagonisti assoluti di una rivisitazione concettuale ed estetica operata da una Jil Sander per la prima volta alle prese con l’industrial design.

La stilista ha fatto rivivere in tutto il loro splendore gli anni Venti e Trenta del Novecento, realizzando una collezione unica nel suo genere che si presenta come un abito su misura, dove ogni dettaglio è perfettamente calibrato.

Nata da un manubrio di bicicletta, la Cantilever S 64 ha debuttato vestendo i panni di un vero e proprio oggetto couture nato dal genio di Jil Sander, particolarmente apprezzata per lo stile sobrio, essenziale e minimalista delle sue collezioni giocate per lo più su tonalità neutre come il bianco e il nero, tra  abiti dallo stile “forte e puro” e tagli dei vestiti che sembrano “fatti col coltello”, come la stilista ha più volte sottolineato.

Un po’ come accadeva con il movimento Bauhaus fondato a Weimar nel lontano 1919 da un instancabile ed effervescente Walter Gropius a cui si deve la fondazione – nel cuore della Germania di inizio XX secolo – di una Scuola d’Arte come mai se ne erano viste prima, basata sulla stretta collaborazione tra maestri e allievi, oltre ad essere caratterizzata dall’uso di colori primari, materiali moderni, linee pulite e forme geometriche essenziali,  inneggianti al principio della funzionalità e alla necessaria integrazione fra arte, artigianato e industria.

Questa triade vincente è proprio alla base della collezione della Sander che ha saputo far dialogare moda e design con grande rispetto ed equilibrio senza stravolgimenti disturbanti ma anzi puntando ancora una volta ai linguaggi sottili e delicati della più austera eleganza.

In questo processo di reinterpretazione la sedia cantilever di Marcel Breuer ha vissuto una metamorfosi assoluta.

Passata alla storia come la sedia senza gambe (posteriori), ha rappresentato il trionfo di una nuova estetica improntata alla leggerezza e a un design “moderno, armonico e vivace, segno visibile di una democrazia autentica”, come era solito ribadire Walter Gropius.

Ispirata da un’idea di classicismo capace di evolversi con i tempi e di adattarsi ai cambiamenti sociali, la Sander è riuscita da un lato a rendere ancora più elegante la sedia di Breuer e dall’altro a rinnovarne l’immagine optando per materiali quali il nickel silver e il titanio lucido, tipici dei suoi flagship store. 

Pelli strutturate e mix di intrecci hanno creato un prodotto di altissima ricerca dal forte impatto visivo, in un gioco vibrante di luci e colori che al tempo stesso ha lasciato ampio spazio ad una grande maestria artigianale.

Ancora una volta, dunque, Jil Sander ha dato prova di uno spirito creativo senza confini e di una sensibilità rara, che hanno saputo staccarsi dal fashion system per esprimere tutto il loro potenziale nell’universo del design.

Sempre più numerosi del resto, sono i brand di moda che decidono di esprimere la propria filosofia anche attraverso arredo, hotel, ristoranti e molto altro ancora. 

Gli abiti come il design, come l’arte, come l’architettura diventano strumenti attuali, dirompenti e potentissimi di comunicazione oltre che veri e propri manifesti di un  determinato sentire.

Non a caso Jil Sander ci ricorda che ‘essere “attuali” nasce dall’innovazione di qualità, non dalle eccentricità passeggere. Come specie, siamo sopravvissuti mettendoci alla prova, inventando e migliorando l’esistente. […] E visto che dobbiamo prenderci cura del nostro pianeta fragile, stili di vita più consapevoli e scelte quotidiane saranno sempre più espressive, soprattutto se puntano avanti’.

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