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Milano Fashion Week: le sfilate uomo per la primavera estate ’25

Milano Fashion Week: le sfilate uomo per la primavera estate ’25

Fashion Week Uomo: a Milano è nell’aria il desiderio di cambiamento. Tra vintage ritrovato ed eleganza senza tempo, le sfilate hanno decretato l’uomo della prossima stagione

Voglia di innovazione, ma nemmeno troppo. Stare al passo con i cambiamenti dettati dalle nuove necessità sociali è d’obbligo, ma quest’ultima Fashion Week dedicata all’uomo sembra ammettere che la moda non risponde alle regole imposte se non a quelle che essa stessa detta. La parola chiave è eleganza e lo è anche davanti al nuovo che avanza, in una sorta di supremazia che, nonostante tutto, non perde mai. 

Dall’apertura della kermesse con Moschino alla sua chiusura con Zegna, anche quest’anno la Fashion Week Uomo ha affascinato Milano nel nome della moda: svoltasi dal 14 al 18 giugno, la presentazione della moda primavera / estate 2025 ha visto sfilate, show, appuntamenti e presentazioni all’interno di location studiate e speciali. Tra le più amate? La Triennale, dove De Sarno ha portato la nuova collezione targata Gucci.

La combinazione dell’eleganza: stile e libertà

Partiamo dal fondo, come a sottolineare il momento che è stato capace di confermare tutto ciò che è avvenuto prima: a chiudere le sfilate di questa Fashion Week Uomo è stato Zegna. Alessandro Sartori, direttore creativo della maison, ha voluto portare le sue creazioni in un “campo di lino” realizzato in metallo e allestito all’interno di uno stabile industriale: fili che guardano al cielo a simulare le piante di lino alla fine del loro ciclo di maturazione, pronte a essere trasformate per essere trasportate negli stabilimenti in cui il lino viene lavorato. Il perché di questa scelta?

 Il lino è una delle materie prime più importanti della collezione che Zegna ha portato in scena, non per altro il nome è proprio Oasi Lino. La tipologia utilizzata dalla maison, nello specifico, è la varietà Blue Flowers, che cresce in Normandia vicino al mare e la cui produzione è a uso esclusivo del brand.

Linee morbide, capaci di sottolineare la silhouette senza costringerla e creando fluidi movimenti di charme. Pantaloni e giacche dal taglio sartoriale, camicie dal gusto minimal e tradizionale, a ricordare un vintage rinnovato e del quale riprendiamo il valore dell’eleganza senza tempo. Una sobrietà moderna, caratterizzata dalla scelta dei colori neutri, che lascia spazio al bordeaux tra il cacao e il sabbia. Una classe che ritroviamo anche nei dettagli: le tasche, ad esempio, cucite più in basso del solito per andare a sottolineare un portamento più raffinato.

Quella di Zegna è un’eleganza che anche Re Giorgio ha portato in scena, tra l’altro anche lui con un richiamo alla natura: e passiamo, così, dal lino di Sartori alle palme di Armani, quelle di cui in prima persona aveva raccontato in un’intervista a Vogue quando raccontò della casa che si regalò in cui salvò palme centenarie dall’abbattimento.

Ed eccole qui, stampate e ricamate sugli abiti che durante la kermesse ha fatto sfilare in passerella: abiti costruiti su giochi morbidi, pantaloni che cadono liberi, tessuti la cui leggiadria è sottolineata dalla lucentezza che esprimono a ogni movimento. La voglia di contrasto la troviamo negli accessori: caviglie scoperte e scarponcini che prendono il posto della voglia del piede nudo e la riproposta dell’abbinamento tra gli accessori stessi, compresi i dettagli dei nodi alle cinture fintamente casuali.

Ma quella di Giorgio Armani è una sfilata con un forte richiamo agli abiti dei Tuareg, lunghe giacche dai colori del deserto che raccontano storie di fascino e mistero. E, infine, anche lo sporty diventa chic con Armani: sì al cargo, ma di un’eccellente eleganza nella sua sartorialità e nel suo taglio.

Il cerchio si chiude: il vintage rivisto che vince sempre

Un nuovo senso di libertà, che sembra finalmente dare sfogo alla geniale creatività di Sabato De Sarno, direttore creativo di Gucci, che ha portato in scena la sua arte alla Triennale di Milano, dove abbiamo assistito all’esplosione della vitalità della moda. Sono creazioni, quelle by Gucci, destinate a chi pensa fuori dagli schemi e che vuole esprimere il suo estro anche negli impegni destinati alla vita di tutti i giorni. Pattern eccentrici, shorts che reclamano libertà, accessori dai colori sgargianti: è innegabile che la collezione maschile targata Gucci sia una di quelle in cui, più delle precedenti, viene espresso il valore della contemporaneità, che sugli abiti portati in passerella per la primavera / estate 2025 diventa estrema e facilmente interpretabile.

 Pezzo chiave dello show di De Sarno, capace di incarnare lo stile dell’intera collezione, è il soprabito verde mela; sono tagli e colori che rimarcano periodi storici come gli anni Ottanta, facendoli incontrare con l’assoluta modernità dei tempi attuali. 

Anche quello di Dolce&Gabbana è uno show che ci fa fare un salto all’indietro: ci riporta alle estati italiane degli anni ’50 attraverso la reinterpretazione del classico intramontabile in un clima di ritrovata modernità. Fil rouge tra ogni outfit è l’eleganza, sottolineata dalle lavorazioni artigianali e dai tessuti leggeri che raccontano di un uomo con uno charme estremo e un fascino impermeabile e senza tempo.

Come sempre, Dolce&Gabbana non dimentica l’italianità e, anche senza volerlo, racconta le estati del Sud Italia attraverso colori e leggerezze tipiche delle collezioni che hanno fatto la storia del brand. Il taglio sartoriale imperversa su ogni capo, simbolo di un’accuratezza straordinaria e di una voglia di quella raffinatezza capace, però, di lasciare il giusto spazio anche all’estro. Nessuna stravaganza sui colori: sì al neutro, ai toni chic dell’estate, tendenzialmente più scuri della canonica summer palette (una scelta che si ritrova in diverse sfilate), con la distinzione delle righe proposte dalla maison su camicie e pantaloncini e pattern che omaggiano la natura con ricami floreali.

La risposta che sa dare la moda

È un inno alla libertà, questa ultima Fashion Week Uomo. Sarà per la stagione che rappresenta, sarà per le necessità sociali sempre più impellenti di sganciarsi da tabù e ristrettezze mentali che ingabbiano l’espressione del sé, le collezioni che raccontano ciò che sarà la moda nella primavera / estate 2025 sono un omaggio all’amore per la vita e, soprattutto, per la propria vita. Ancora una volta la mano degli stilisti si è rivolta alla risposta che la moda desidera dare anche ai bisogni umani più intrinseci, quelli che l’arte – in ogni sua forma – ha sempre saputo interpretare.

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