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Gucci e l’unico codice estetico alla Tate Modern

Gucci e l’unico codice estetico alla Tate Modern

Sabato De Sarno, fa ritorno alle radici della prestigiosa casa di moda fondata nei primi del ‘900 da Guccio GucciPer la collezione ha rievocato il primo viaggio a Londra di Guccio Gucci, fondatore della Maison, e le sue memorie personali nella capitale britannica.

Attraverso un viaggio estetico che abbraccia l’eleganza della Londra vittoriana fino alle vibranti atmosfere della Londra contemporanea, mescola sapientemente gli stili e i codici estetici sulla passerella, regalandoci un’esperienza straordinaria durante la presentazione della collezione Cruise 2025 di Gucci.

Il primo Emporio a Firenze e l’eterno file rouge con Londra

Molte persone conoscono Gucci come un’iconica casa di moda italiana, ma pochi sanno che le sue radici affondano a Londra. Il visionario fondatore, Guccio Gucci, inaugura il suo primo emporio “G. Gucci & Co” nel lontano 1921, all’età di 40 anni, a Firenze ma la nascita della sua ideazione è legata ancestralmente al primo periodo londinese.

Guccio amava ripetere ai suoi figli che le origini del marchio risalivano a ben oltre due decenni prima, quando, contro il volere della famiglia, si avventurò a Londra all’età di 16 anni. Senza denaro e con poche conoscenze della lingua inglese, trovò lavoro come portiere al prestigioso Savoy Hotel. 

In quell’ambiente, il primo del suo genere a sorgere a Londra, Guccio ebbe l’opportunità di incontrare aristocratici, artisti, cantanti lirici e influenti capitani d’industria. 

Dal contatto diretto con gli abituè e gli avventurieri del luogo, deriva la sua maggiore fascinazione per il modo di vivere londinese che tramuta nel suo stile unico e che risponde a un preciso codice estetico We’ll always have London.

«Fu folgorato dallo spirito ribelle di Londra, della quale apprese l’energia, ed ebbe modo di osservare le abitudini degli eleganti ospiti dell’albergo. Il suo lavoro come portiere gli diede infatti l’opportunità di analizzare da vicino i bagagli dei visitatori, eleganti valigie e bauli mai visti prima» a raccontarlo è Charlie Porter, scrittore britannico invitato dalla Maison italiana a esplorare attraverso un podcast il passato del suo fondatore.

Un ritorno nella capitale inglese fortemente voluto dal direttore creativo De Sarno che dopo il suo debutto lo scorso settembre con la primavera estate 2024 presenterà la sua prima sfilata Cruise

Il tema della sfilata Gucci

La passerella si trasforma in un’ode alle dicotomie: rigore e stravaganza, solidità e delicatezza, l’eleganza britannica si fonde con echi italiani. L’artigianalità classica si unisce a capi ispirati al lavoro, lo stile streetwear si combina con l’abbigliamento da sera.

« Abbiamo voluto sovvertire le convenzioni, utilizzando i codici come strumento di provocazione» , sottolinea il geniale direttore creativo Sabato De Sarno. 

Immaginate i cappotti corti in tessuto tecnico gabardine, accostati a motivi che dipingono steli di camomilla selvatica sugli abiti, ricami realizzati in organza tagliata con precisione laser e assemblati a mano, o paillettes sagomate a mano che si muovono liberamente intorno al corpo. E poi c’è chiffon, ruches, pizzi, tutto a creare un’esperienza visiva senza precedenti. 

Il denim è un elemento imprescindibile nel prêt-à-porter. Sabato De Sarno abbraccia un taglio baggy che sfocia in pallerine e creeper, abbracciando lo stile balletcore in contrasto con gli alti plateau delle collezioni “Ancora”.

La protagonista indiscussa è la borsa Blondie, «ispirata all’Italia dei primi anni ’70» mescola raffinateza e utilità, il suo iconico logo è rivestito in pelle o applicato con una tecnica derivata dall’arte della gioielleria Gucci. Può essere portata a spalla o a mano, accostata a cappotti corti e jeans dal taglio ampio, abbinati a scarpe basse come ballerine con fibbia e punta squadrata, simili a quelle delle étoile, e creeper che omaggiano lo spirito punk londinese. 

Londra si fa sentire con il suo inconfondibile tartan, reinventato in tonalità pastello, pensato stavolta con perline anziché tessuto, con sottili frange che si muovono in sintonia con il corpo. L’abbigliamento sartoriale si mescola con un look più rilassato, creando un insieme di visioni in cui nessuna prevale sull’altra.  I simboli dell’eleganza britannica insieme agli emblemi distintivi di Gucci, vengono reinventati, infusi con nuova vitalità per una generazione e un’epoca completamente diverse.

Tate Modern è il palco scelto per lo show

Il fulcro dello spettacolo è la Tate Modern, che secondo il direttore creativo incarna un perfetto connubio tra amore per l’arte e la moda. All’interno delle pareti antracite della Turbine Hall, colme di piante viventi, gli spettatori hanno potuto godere della celebrazione dei contrasti e delle armonie presenti negli abiti, riflesso della città e dei suoi repentini cambi di direzione. Sabato De Sarno ha presentato in passerella un mix di colori e materiali contrastanti, giocando con consistenze rigide e tessuti leggerissimi. 

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