Inclusività e rappresentazione nella moda: come i brand stanno affrontando la diversità e l'Inclusione nelle loro campagne e collezioni
L’industria della moda ha sempre avuto un ruolo fondamentale nel plasmare gli ideali estetici e culturali, influenzando non solo ciò che le persone indossano, ma anche come percepiscono se stesse e gli altri. Tuttavia, per decenni, questo settore ha spesso promosso standard di bellezza omogenei, escludendo diverse identità e corporature.
Negli ultimi anni, però, la richiesta di una maggiore inclusività e rappresentazione ha spinto molti brand a rivedere le proprie politiche, lanciando campagne e collezioni che celebrano la diversità. Questa evoluzione rappresenta un passo significativo verso un’industria della moda più equa e inclusiva. Ma come stanno affrontando questi cambiamenti i grandi marchi?
Un nuovo standard di bellezza: La rappresentazione delle differenze
La domanda di maggiore inclusività è partita soprattutto dai consumatori, che si aspettano che i brand riflettano la realtà della società contemporanea, composta da persone di ogni etnia, genere, taglia, età e abilità fisica. Le piattaforme digitali, in particolare i social media, hanno amplificato queste voci, spingendo l’industria della moda a rispondere.
Un esempio significativo di questa trasformazione è Rihanna con il suo brand Fenty Beauty. Quando lanciò la sua linea di make-up nel 2017, Fenty Beauty offriva una gamma di 40 tonalità di fondotinta, una mossa che molti hanno definito rivoluzionaria. L’inclusività è stata il fulcro della strategia di Fenty, dando spazio a carnagioni spesso trascurate dai brand tradizionali.
Questo approccio ha avuto un impatto notevole, spingendo altri marchi di cosmetici a seguire l’esempio, ampliando le loro gamme di prodotti per soddisfare un pubblico più diversificato.
Anche nel settore dell’abbigliamento, Savage X Fenty, sempre di Rihanna, ha ridefinito gli standard. Le sue sfilate di lingerie sono note per la loro inclusività, con modelli di tutte le taglie, etnie e identità di genere. La filosofia di Savage X Fenty si basa sull’idea che tutti i corpi siano degni di essere celebrati e visti, rompendo con la tradizione delle passerelle di lingerie dominate da corpi standardizzati.
La diversità nelle campagne pubblicitarie
Le campagne pubblicitarie sono uno degli strumenti più potenti per comunicare messaggi di inclusività. I brand stanno imparando che l’uso di modelli rappresentativi di diverse identità non solo rispecchia meglio la realtà, ma risuona anche positivamente con i consumatori.
Gucci, per esempio, ha dimostrato un impegno verso una maggiore inclusività attraverso la sua campagna “Gucci Beauty Glitch”. Questa campagna, che celebrava la bellezza imperfetta e unica, ha coinvolto modelli di diverse etnie, età e caratteristiche fisiche, rompendo gli schemi convenzionali della bellezza patinata. Tra i volti della campagna c’è Ellie Goldstein, una modella con la sindrome di Down, che ha rappresentato un simbolo di inclusione e cambiamento.
Un altro brand che si è distinto è Dove, che da anni promuove una visione inclusiva della bellezza. La campagna “Real Beauty”, lanciata nel 2004, ha sfidato gli stereotipi tradizionali utilizzando donne di ogni forma, taglia, etnia e età. Questo approccio ha reso Dove un pioniere nella promozione della body positivity, influenzando molti altri marchi a seguire una linea simile.
Anche Tommy Hilfiger ha fatto grandi passi avanti in termini di inclusività. La linea Tommy Adaptive, ad esempio, è stata pensata per le persone con disabilità fisiche. Gli abiti sono progettati con dettagli funzionali come chiusure magnetiche e orli regolabili, permettendo a chiunque di indossarli in modo facile e indipendente.
Questo tipo di iniziative mostra come l’inclusività possa diventare parte integrante della progettazione dei prodotti, anziché essere solo un concetto astratto.
Sostenibilità e inclusività: un legame necessario
Oltre alle campagne pubblicitarie e alle sfilate, la diversità e l’inclusione sono diventate un tema cruciale anche nella sostenibilità della moda. Le aziende stanno realizzando che non si può parlare di sostenibilità senza includere il concetto di giustizia sociale. Per essere veramente sostenibili, i brand devono considerare il benessere di tutte le persone coinvolte nella catena di produzione, compresi i lavoratori delle fabbriche e le comunità locali.
Patagonia, un brand noto per il suo impegno ambientale, ha anche cercato di promuovere la diversità nelle sue operazioni e nel marketing. L’azienda ha investito in campagne che mettono in risalto le storie di persone di diverse etnie e background che vivono a contatto con la natura, ampliando la narrazione spesso limitata dei “guardiani dell’ambiente”.
La sfida della coerenza e dell'autenticità
Tuttavia, non tutti i tentativi di inclusività nella moda hanno avuto un impatto positivo. Alcuni brand sono stati criticati per lanciare campagne che promuovono la diversità solo per attirare consensi, senza un impegno reale e duraturo verso il cambiamento. Il fenomeno del woke washing, cioè l’uso dell’attivismo come strategia di marketing senza un’autentica azione dietro, è un problema che ha generato critiche da parte dei consumatori più attenti.
Per esempio, H&M ha ricevuto critiche quando una delle sue campagne mostrava un bambino nero che indossava una felpa con una scritta considerata offensiva. Questo episodio ha dimostrato quanto sia importante per i brand essere sensibili e consapevoli delle implicazioni culturali dei loro messaggi, e non limitarsi a sfruttare l’idea di diversità in modo superficiale.
Al contrario, i marchi che investono in iniziative concrete, come la creazione di team diversificati a livello decisionale e la collaborazione con organizzazioni che promuovono l’inclusività, tendono a essere percepiti come più autentici. Nike, ad esempio, ha sostenuto apertamente atleti di diversi background, come Colin Kaepernick, creando una campagna che ha suscitato discussioni a livello globale ma che ha anche rafforzato il legame del brand con i valori di giustizia sociale.
Il futuro della moda inclusiva
L’inclusività e la rappresentazione nella moda sono temi che continueranno a influenzare l’industria nei prossimi anni. L’aumento della consapevolezza tra i consumatori e la pressione sociale spingeranno i brand a mantenere alto l’impegno verso la diversità.
Le aziende che riusciranno a rendere l’inclusività parte integrante della loro identità, andando oltre le campagne pubblicitarie, saranno quelle che beneficeranno di una maggiore fedeltà da parte dei consumatori e di una reputazione più forte.
In un settore in continua evoluzione, la moda inclusiva non è più un’opzione, ma una necessità. Il futuro della moda non può prescindere da una visione che abbracci tutte le identità, facendo sentire ogni persona rappresentata e valorizzata. La strada è lunga, ma i primi passi sono già stati fatti, e il cambiamento sembra essere destinato a continuare.