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Intervista a Eyad Abu Assad. Epigenetica: anche per gli animali la salute parte dalle cellule

Intervista a Eyad Abu Assad. Epigenetica: anche per gli animali la salute parte dalle cellule

Eyad Abu Assad è un veterinario, ma è altresì un medico chirurgo con specializzazione in cardiologia. 

La sua è una visione a tutto tondo, che parte da un assunto fondamentale: nei cani, nei gatti, nelle persone, negli esseri viventi, il processo patologico parte sempre dalla cellula. 

Come del resto ci dicono i padri della fisiologia medica, come Arthur Guyton: lo squilibrio di sistema che chiamiamo malattia, nasce a livello cellulare. Vale per noi e vale per i nostri amici a quattro zampe. 

Nel suo ospedale veterinario, Pingry, in via Medaglie d’Oro a Bari, l’approccio è  quello della medicina funzionale: lui la chiama medicina 3.0.

 “Fino a oggi  abbiamo avuto un approccio orientato alla malattia: quando appare, pensiamo a come curarla. Anche quando ci riferiamo alla diagnosi precoce, pensiamo a screening ed esami che -eventualmente- ci rivelano qualcosa che non va quando è già fatto compiuto. Ma la malattia nasce molto prima,  a livello delle cellule e vi è modo di prevenirla. La medicina 3.0 parte da lì, anche per gli  animali.  Alimentazione, stress, attività fisica, inquinanti, influenzano la vita cellulare e pongono le basi per il benessere o per la sua progressiva alterazione”.  

epigenetica

Epigenoma: l’espressione genica dipende al 98% dall’ambiente (anche per gli animali)

La nostra medicina attuale ci ha portato ad alzare la prospettiva di vita ma negli ultimi anni stiamo assistendo all’aumento vorticoso delle malattie croniche. Risolviamo il 90% degli episodi in fase acuta, e dal 5 o 6% in fase cronica. Per questo il nuovo paradigma ci impone di andare alle cause della malattia”.

La scienza epigenetica ce lo dice da oltre 20 anni: il DNA è la sequenza dei caratteri ereditari racchiusi nei geni, ma l’espressione di gran parte di essi -il 98% circa- dipende da fattori ambientali. 

Il genoma è per la gran parte un sistema vivo, che comunica con l’ambiente e riporta quella informazione “accendendo” o “spegnendo” alcuni geni piuttosto che altri. 

Inquinamento, stress, cattiva alimentazione, sostanze tossiche, eccesso di zuccheri, campi elettromagnetici: sono tutti fattori epigenetici, che modificano il fenotipo. Non solo negli esseri umani, anche negli animali. 

Il crescendo di malattie nuove, che colpisce anche loro al pari dei padroni, è profondamente condizionato da attitudini alimentari sbagliate, da stili di vita spesso non conformi alla loro natura. 

Bisogna iniziare a guardare i meccanismi sub cellulari che vengono alterati: infiammazione, sistema immunitario, insulino resistenza, stress ossidativo sono ad esempio fattori che determinano l’80% della patologia.”

Alimentazione: l’effetto di zuccheri e carboidrati

Il cibo, secondo Assad, rappresenta il 70% della terapia. 

Esistono alimenti dannosissimi a livello cellulare: nutrienti ultra processati industrialmente, in primis. Grassi di origine vegetale, idrogenati e ossidati: l’organismo animale non è abituato a questo”. 

Sulla graticola, come sempre, lo zucchero: qui il danno è anche, assolutamente, umano. “Il fruttosio ad esempio è tossico per i mitocondri (i motori energetici delle cellule) e blocca enzimi fondamentali. Poi, ha una caratteristica ancestrale, ovvero manda all’organismo segnali di carestia. Un buon esempio è l’orso polare quando mangia tanta frutta perché sta stoccando per tempi magri futuri. Il fruttosio produce lo stesso effetto: dice all’organismo di stoccare”. 

Lo zucchero si rivela tossico per l’uomo, così come per il cane e il gatto, poiché fatto di glucosio e fruttosio: “il glucosio viene conservato sotto forma di glicogeno, ma il fruttosio va al fegato e lo trasforma in grasso che rimane li, pro infiammatorio, viscerale. Cane e gatto hanno meno capacita di rimuoverlo, sono più carnivori di noi, il  loro metabolismo è  contrario a questo tipo di alimenti”. 

Al pari, i carboidrati, “che spesso coprono il 30% dei mangimi industriali,  creano dipendenza più della morfina. Assistiamo ormai spesso al fenomeno di gatti che non mangiano più il pesce. Perché si sono spenti i recettori capaci di riconoscere altre strutture al di fuori del carboidrato. Tantissimi animali per questo hanno il fegato grasso”. 

Animali e padroni: stesso danno epigenetico, stesse patologie

Un carnivoro non dovrebbe conoscere il diabete di tipo 2 – commenta Assad. Può al limite avere quello di tipo 1. Invece oggi assistiamo anche negli animali a sindrome metabolica e tumori che aumentano. L’insulina è una delle cause fondanti del problema. Inoltre crescono in percentuali estreme le enteropatie, i problemi gastro intestinali, legati a un’alimentazione sbagliata

La monotonia nutrizionale è  la quarta causa di malattia” spiega il dottor Assad, specificando che il “quel che gli serve è tutto in questo sacchetto” non esiste. “In un cibo processato manca completamente la parte energetica, non è un cibo vivo”. 

Il suggerimento è di variare la dieta, inserendo carne fresca: “carne macinata, tacchino, pollo, manzo, maiale. Anche le uova. Molto importanti per la natura del cane sono fegato e milza”. Da cuccioli, un buon osso è sempre benaccetto. “Ma non se è adulto e il cane non lo ha mai mangiato”. 

Per il gatto, ancora più carnivoro, il pesce è importantissimo. “Possiamo dare anche burro chiarificato, formaggi, uova. L’importante è rompere il meccanismo di insulino resistenza”.

Il test dei marcatori epigenetici: uno screening totale dell’organismo

Il dottor Assad è uno dei pochissimi veterinari in Italia a utilizzare un test dei marcatori epigenetici, mentre sul fronte umano sono centinaia i professionisti che hanno iniziato da tempo a fruirne. Si tratta di un dispositivo bio fisico in grado di leggere -dal bulbo del capello negli esseri umani e dalla radice del pelo nei cani e nei gatti- oltre 800 marcatori relativi a vitamine, minerali, amminoacidi, antiossidanti, infiammazione cellulare, sostanze tossiche (metalli pesanti e sostanze chimiche), campi elettromagnetici, presenza di patogeni quali virus, batteri, funghi ecc.

La medicina funzionale va verso la prevenzione primaria. E questi importanti strumenti consentono al medico di avere un quadro chiaro dei fattori di squilibrio nell’organismo di un essere vivente, riportandoli in asse prima che si trasformino in patologia. Allo stesso modo, ci consente di indentificare le cause di malattia, di procedere a un’adeguata detossificazione. Si tratta di un aiuto importante, ma è il paradigma generale che deve cambiare, focalizzandosi non più sulla malattia ma sul paziente”. 

E anche per i nostri amici animali, iniziano a essere utilizzati integratori, depurativi, disintossicanti. 

“Ad esempio, soprattutto per i problemi gastro intestinali,  sono ottime l’alga clorella, funghi come il Reishi e il Chaga, talvolta la curcuma in dosi simili a una punta di cucchiaio”. 

Infine, fondamentale è l’attività fisica, esattamente come lo è per noi. “Una buona attività fisica risistema i meccanismi e le strutture sub cellulari”. 

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