Il settore termale si conferma anche per il 2025 asset strategico dell’economia turistica europea e vede il nostro Paese secondo solo alla Francia. Poteva allora mancare nel panorama culturale italiano post Estate una mostra dedicata al termalismo? Sicuramente no.
La cultura termale diventa bussola della mostra “Antiche Fonti” ospitata fino al 2 novembre 2025 nelle sale di Castel Caldes, maestoso maniero a ridosso dell’omonimo borgo appartenente al Museo del Castello del Buonconsiglio, il più vasto e importante complesso monumentale del Trentino Alto Adige.
La mostra proposta indaga il termalismo nella sua duplice natura di fenomeno storico e sociale che conobbe un notevole sviluppo in Trentino, specialmente nei decenni a cavallo tra Otto e Novecento.
Gli antichi stabilimenti termali sorti a Pejo, Rabbi, Levico-Vetriolo, Roncegno e Comano sono ancora oggi siti di grande richiamo per le proprietà terapeutiche e benefiche delle loro acque oltre a rappresentare nell’immaginario collettivo luoghi in cui è ancora possibile respirare antichi fasti.
Tra la fine della dominazione asburgica e gli Anni Trenta, attraverso l’intera parabola della Belle époque, queste località divennero mete privilegiate di un raffinato turismo termale, che coinvolse le classi agiate della Mitteleuropa e del vicino Regno d’Italia. Le principali stazioni di cura si dotarono pertanto di infrastrutture turistiche e rinnovarono l’assetto architettonico dei diversi “bagni”, attuando in alcuni casi dei progetti decorativi che coinvolsero pittori specializzati nella decorazione d’interni, con risultati di alto profilo estetico.
In questo contesto si colloca la chiamata a Vetriolo di Tito Chini (Firenze 1898 – Desio 1947), pittore e ceramista appartenente a un’illustre dinastia di decoratori originari di Firenze e fondatori di una rinomata fornace a Borgo San Lorenzo, nel Mugello. Reduce da importanti imprese decorative portate a termine in Toscana e nel Veneto, nel 1936 il pittore venne incaricato di decorare lo Stabilimento Termale di Vetriolo.
Da tempo dismesso, l’edificio fu demolito nel 1997, ma parte della decorazione interna venne fortunatamente salvata grazie all’interessamento dell’Ufficio Beni Storico-Artistici della Provincia autonoma di Trento, che provvide d’urgenza allo stacco delle pitture murali interne e dei mosaici della facciata, ai fini di preservare la memoria di questo episodio di storia del termalismo.
I dipinti di Vetriolo vengono per la prima volta esposti in pubblico in occasione di questa mostra, unitamente agli inediti bozzetti preparatori e a una selezione di manufatti ceramici prodotti dalla manifattura di Borgo San Lorenzo, nell’ambito di uno specifico focus dedicato a Tito Chini e alla stagione dell’art déco.
La mostra prosegue nel racconto della storia del termalismo trentino con particolare attenzione al territorio della Val di Sole, articolandosi in sezioni tematiche dedicate rispettivamente ai Bagni di Rabbi e alle Fonti di Pejo. Altri materiali documentano le vicende degli altri siti termali del Trentino. Ogni sezione è costituita da differenti tipologie di opere d’arte, antiche pubblica-zioni medico-scientifiche, oggetti legati alla fruizione delle acque salubri, cartoline e fotografie d’epoca, ritratti e ricordi di ospiti illustri.
Tra i materiali esposti compaiono anche manifesti pubblicitari, spesso di grande qualità estetica, che rappresentano una prima modalità di promozione turistica del territorio e che sono al tempo stesso testimonianza dell’evoluzione del linguaggio artistico e del gusto. Gli esemplari originali dei manifesti sono stati concessi in prestito da collezionisti privati e dalla Collezione Salce di Treviso.
Nella sezione sulle Fonti di Rabbi, un focus è dedicato alla figura dello scrittore e geologo Antonio Stoppani (Lecco 1824 – Milano 1891), il celebre autore del Bel Paese, libro che si proponeva di far conoscere a un vasto pubblico di lettori il territorio italiano dal punto di vista geografico e naturalistico, invitando a coltivare il sentimento nazionale.
Il progetto espositivo – curato da Elisa Nicolini e Roberto Pancheri, conservatori del Museo del Castello del Buonconsiglio, realizzato con il sostegno dell’Azienda per il Turismo (APT) della Val di Sole, in collaborazione con le Terme di Pejo e di Rabbi – ci restituisce uno spaccato quasi nostalgico di un’Italia che non è più per quanto ancorata ad eccellenze del passato pronte a rivivere oggi sotto rinnovate vesti in termini di offerta e destinazioni.




