Bandierina pronta a sventolare sotto il cielo di Venezia per la Biennale Architettura 2025 giunta alla sua 19° edizione e guidata quest’anno dalla poliedrica figura di Carlo Ratti, architetto e ingegnere di fama mondiale.
Eccetto la VIP Preview in data 7 maggio e le pre-aperture dell’8 e 9 maggio riservate a stampa e addetti ai lavori, da sabato 10 maggio a domenica 23 novembre il grande pubblico potra’ accedere a questa caleidoscopica kermesse che porta in auge il concetto di architettura “Intelligence. Natural. Artificial. Collective”.
Ma cosa vedremo tra un Padiglione e l’altro, tra Palazzi e spazi open air, tra gallerie e luoghi iconici della Serenissima pronti a svestire i panni abituali di location dal sapore istituzionale per trasformarsi in spazi dove l’Architettura sarà regina indiscussa?
Di certo il titolo stesso della Mostra invita a sperimentare oltre i limiti di un focus limitato all’Intelligenza Artificiale e alle tecnologie, ricordando che nell’età dell’adattamento l’architettura deve saper rivolgersi a più generazioni e a più discipline, diventando inclusiva, flessibile e dinamica come mai lo è stata fino ad ora. I progetti, le mostre, le installazioni e in generale le opere di questa Biennale 2025 saranno pertanto un omaggio a tutto ciò che e’ ricerca scientifica, collaborazione, inclusività e capacità di ripensare il modo in cui si progetta poiché il mondo stesso è profondamente cambiato.
Nel tessuto di questa attesissima 19° edizione si inserisce una realtà da sempre particolarmente attenta a questi temi e non solo: Merano Arte che unendo le forze insieme con la Fondazione Architettura Alto Adige e l’Associazione Artisti Alto Adige, porta per la prima volta in assoluto a Venezia negli antichi spazi di Palazzo Cavanis un imponente progetto espositivo internazionale dal titolo “Alps. Architecture. South Tyrol.”
Visitabile tutti i giorni dalle 11 alle 18, martedì-domenica, con chiusura il lunedì salvo eccezioni, questa particolarissima mostra prende in esame lo sviluppo dell’orizzonte architettonico in Alto Adige nell’arco temporale 2018-2024 e rimarrà in essere parallelamente alla Biennale Architettura dal 10 maggio al 23 novembre 2025.
Un tempo congruo per appassionati, curiosi, tecnici, viaggiatori e studenti al fine di immergersi in un racconto che parla della storia architettonica recente del nostro Paese riflettendo sulle continue trasformazioni del panorama edilizio.
La lunga valutazione dei progetti (oltre 240) ha portato alla selezione ultima di 28 progetti principali e 28 menzioni speciali.
L’intera mostra affronta in primo luogo la questione centrale formulata dal curatore e architetto Filippo Bricolo, ovvero se esista un’architettura altoatesina unica e quali caratteristiche la contraddistinguano.
L’attenzione è inoltre rivolta a progetti caratterizzati da una pianificazione sostenibile, dalla riqualificazione attenta dei centri cittadini e dall’uso più efficiente delle risorse del paesaggio e dei materiali: aspetti questi che plasmano il cambiamento della cultura architettonica della regione e che vengono esplorati in modo particolare nei 28 progetti principali. Ad animare l’esposizione e in particolar modo lo splendido giardino di Palazzo Cavanis, con un coinvolgimento diretto del pubblico, ci saranno anche incontri, workshop tematici ed eventi serali tra food tasting, musica classica, proiezioni cinematografiche e tanto altro.
Come ha avuto modo di sottolineare Georg Klotzner, presidente Merano Arte e ideatore del progetto “La vicinanza tematica alla Biennale di quest’anno offre una preziosa opportunità per presentare la varietà architettonica dell’Alto Adige a un pubblico internazionale”.
Non va infine tralasciato il legame a doppio nodo tra Venezia e l’Alto Adige anche in fatto di arte. Gia’ a partire dal Medioevo, Venezia esercitò una forte influenza culturale sulle regioni alpine, grazie ai suoi commerci e alla sua espansione mentre a partire dal Rinascimento, la stessa arte veneziana, con il suo stile luminoso e la maestria nell’uso del colore, influenzò moltissimi artisti provenienti dall’Alto Adige, con influsso dell’arte barocca nel 1600 soprattutto nelle valli tirolesi, sino al periodo austriaco nel 1800 con un ulteriore legame tra Venezia e l’Alto Adige, grazie all’ intensificarsi degli scambi culturali.
Rimane di retaggio di tale passato anche oggi in produzioni artistiche e progetti architettonici che sebbene “vivano” di una propria specifica identità non possono cancellare il passato ma anzi custodirne con rispetto reciproco l’importanza e l’essenza più autentica.
Quello di Merano Arte, dunque, e’ si un progetto di carattere architettonico ma anche una sorta di ideale ritorno ad un passato fatto di relazioni, influenze e scambi tra Venezia e l’Alto Adige.
Il sipario si aprirà sulla mostra “Alps. Architecture. South Tyrol” sabato 10 maggio con inaugurazione su invito alle ore 11 ma già dalle ore 15 le porte di Palazzo Cavanis saranno aperte al pubblico.




