Appartenente a una nuova generazione di musei sempre più interattivi, dotati di tecnologie avanzate e interessati a proporre percorsi artistici immersivi, M9 – Museo del 900 racconta in modo avvincente un XX secolo di luci e ombre, che ha cambiato radicalmente la vita degli italiani tra molteplici storie, contraddizioni e interrogativi.
Risultato di un intervento di rigenerazione urbana dal respiro internazionale in un incontro molto felice di architetture storiche e iconici edifici di nuova costruzione, M9 e’ una sorta di “attrattore urbano” che sta contribuendo in modo decisivo a rilanciare il centro della città di Mestre attraverso iniziative culturali di vario genere tra cui si inseriscono la splendida mostra “Arte salvata – Capolavori oltre la guerra dal MuMa di Le Havre”, che fino al 31 agosto presenta tele di Maestri come Renoir, Monet, Gauguin, Dufy, Marquet e Braque miracolosamente scampate ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Si affianca a questa mostra sublime un progetto parallelo sui generis: l’installazione video sonora immersiva “Escalation><Involution” dell’artista multimediale Alessandro Zannier.
In entrambi i casi, leva di riflessioni e analisi e’ il concetto di distruzione indagato non solo alla luce della parentesi bellica ma sviscerato in chiave artistico-emotiva anche e soprattutto come condizione permanente della nostra epoca.
Questo è il fulcro di una serie di domande interconnesse fra loro che lo stesso Zannier si pone, proseguendo cosi sulla scia di un’ arte strettamente legata a scienza e tecnologia.
Esposta nella grande sala immersiva “Orizzonti”, che con i suoi 400mq ha davvero pochi rivali in Europa, oltre ad essere equipaggiata per l’occasione con un sofisticato sistema di 13 proiettori e 20 speaker audio, l’opera di Zannier è uno sguardo sottile e attento rivolto a tematiche di grande urgenza sociale: dall’aumento esponenziale delle criticità climatiche al deterioramento progressivo del patrimonio culturale mondiale, dalla inesorabile e paradossale involuzione cognitiva del tempo presente all’overdose informativa che sempre più spesso ci travolge e stravolge.
Tutto intrecciato a dati scientifici raccolti da università e centri di ricerca tra cui il CNR per poi essere tradotti in materia sensibile e visiva, seguendo l’andamento dei grafici dell’Agenda 2030 – il programma per lo sviluppo sostenibile dell’ONU – fino al tanto temuto tipping point: il punto di non ritorno.
Parafrasando la storica e critica dell’arte Rebecca Pedrazzi, possiamo quindi affermare che «Con la sua opera Alessandro Zannier mette in scena l’escalation di crisi ambientali, il declino culturale e l’iper-dipendenza tecnologica. Una narrazione immersiva tra poetiche visive di pixel e dati: l’arte diventa una chiamata collettiva, un invito al pubblico alla riflessione e ancor più a divenire parte attiva di una nuova era che abbandona l’Antropocene».
Visionario, intenso e assolutamente fuori dagli schemi, Zannier è un personaggio dirompente. “Escalation><Involution” prospetta al visitatore una vita sulla Terra gestita da un software molto complesso e al tempo stesso invisibile che consente al genere umano di esistere, in un perfetto equilibrio con specie animali, vegetali, minerali, campi magnetici, scudi atmosferici, ciclo dell’acqua e risorse minerarie.
In un crescendo emotivo di 10 minuti complessivi, all’installazione immersiva di Zannier si affianca da vera protagonista anche un’altra installazione, questa volta sonora: Escalation soundscape, realizzata dall’artista stesso che è anche musicista e autore di lungo corso con lo pseudonimo di Ottodix.
Supportata da OOM (Alex Piacentini e Nicholas Bertini), l’installazione di Zannier è un’opera molto complessa che racchiude una denuncia forte e precisa contro il declino culturale e l’iper-dipendenza tecnologica di oggi. Può essere considerata a tutti gli effetti uno sviluppo di “ENT project 6 continents”, progetto quadriennale che l’artista ha ideato e portato avanti incrociando dati ambientali tra l’Italia e i sei continenti, attraverso coppie di installazioni luminose gemelle tra loro collegate, ma remote.
Ospitato consecutivamente in due Biennali di Venezia (Padiglione Italia 2021 e Padiglione Camerun 2022), istituti universitari e di ricerca, musei e gallerie d’arte in Oceania, Africa, Sud America, Europa e Asia, questo progetto sensazionale ha chiuso il cerchio del suo tour mondiale negli Stati Uniti, dove è stato inserito nella collezione dell’Istituto di Cultura di New York.
Adesso tocca a M9 – Museo del 900 salire ancora una volta sul podio dell’Arte internazionale e farlo in stile con Alessandro Zannier.




