Il 2025 volge al termine, o quasi, e Multiart festeggia un anno di vita con migliaia di utenti attivi worldwide, funzionalità avanzate di recente creazione, nuovi progetti e partnership.
A poco più di un anno dal lancio sul mercato, è in corso un impattante refresh per Multiart, la prima app al mondo che dà voce, suoni e vita a immagini, disegni e opere d’arte trasformandoli con un semplice clic … in musica così da renderli fruibili agli utenti ipovedenti o non vedenti, in particolar modo bambini e ragazzi.
La app Multiart è gratuita – fattore non da poco, disponibile sia per iOS sia per Android, attiva in 170 Paesi e consultabile in 5 lingue (italiano, inglese, tedesco, francese e spagnolo). Esiste anche una versione premium per artisti, professionisti e creator digitali.
L’idea ha preso forma da un collettivo, quello degli artisti The DouglaS MortimerS, di cui fanno parte i gardesani di Moniga Fabio Rebuschi, presidente; Mauro Maisel Zuliani, vicepresidente; Igor Costanzo, direttore artistico. Lo sviluppo è stato invece reso possibile grazie al sostegno di diversi sostenitori locali tra cui i soci finanziatori Mario e Igor Rebuschi, Matteo Galbassini e Luca Vezzola. Altrettanto prezioso il supporto consulenziale di Giorgio Petrelli.
“Vogliamo prendere per mano un bambino non vedente e portarlo agli Uffizi, o in qualsiasi museo, e far sì che possa ascoltare l’arte per la prima volta- hanno spiegato sin dallo scorso anno gli artisti-. L’obiettivo è rendere l’arte accessibile a tutti con un approccio moderno e intuitivo, democratizzare l’arte multimediale, rendendola interattiva per un pubblico globale”.
Le opere d’arte adesso si “ascoltano”
Mediante implementazione dell’algoritmo proprietario e utilizzo di Intelligenza Artificiale (AI), le immagini che animano opere d’arte piu o meno famose avranno ciascuna una propria musica, unica e irripetibile.
Ciò significa che le opere d’arte stesse avranno una voce e potranno essere “ascoltate”. In ulteriore fase di perfezionamento la modalità shuffle che consente di riarrangiare e remixare la musica creata ad hoc per una singola immagine. Sarà così possibile ascoltare la Gioconda in versione rock. O jazz o perché no funk.
L’app Multiart permette di inquadrare l’immagine prescelta attivando in tal modo l’algoritmo che, in pochi secondi, elabora tutti i pixel ricostruendo e raggruppando tra loro gli esacromatici, ovvero l’insieme dei colori ciano, magenta, giallo, nero, arancione e verde successivamente abbinati alle 88 note del pianoforte, alle ulteriori 12 matrici, come la base di molte scale musicali, e ai foni delle varie lingue del mondo. Step ultimo è la composizione di una melodia originale, con un potenziale di combinazioni pari a 12 alla ventesima, nell’ordine dei triliardi.
Il team è al momento impegnato nell’equipaggiare la versione 2.0 con funzionalità avanzate in aggiunta ad una rinnovata veste grafica. Senza dubbio la hi-tech news di questo nuovo anno è la partnership stretta con l’azienda specializzata in AI Hostinnova, in vista di un ulteriore potenziamento dell’app affinché possa essere sempre piu agile e versatile.
Umanesimo digitale made in Italy
L’algoritmo in fase di sviluppo ha diverse figure fondamentali alle spalle: senza ombra di dubbio Fabio Rebuschi, ideatore, che ha ricevuto il prezioso supporto del maestro e direttore d’orchestra Edmondo Mosé Savio, mentre la composizione delle musiche originali porta la firma dello stesso Rebuschi oltre che di Massimo Mitola.
Tutto in nome di un’app che accarezza con fermezza il sogno di poter essere utilizzata in modo autonomo sia da non vedenti sia da ipovedenti, diventando quanto più social possibile con facoltà di lasciare like e commenti rispetto alle opere d’arte multimediali condivise in bacheca.
Si sta anche lavorando ad un applicativo di instant messaging, per chattare in privato, e all’introduzione di una parte vocale, con microfono aperto per un’interazione diretta fra utente e opere d’arte.
Multiart parla il linguaggio di un umanesimo digitale che va oltre l’opera d’arte e include anche immagini artistiche, fotografie, piatti di cucina gourmet, oggetti e opere digitali in AI collegati da un X factor: la possibilità di essere ascoltati e riconosciuti, ciascuno con una propria melodia di riferimento.
Ogni utente può inoltre contare sulla possibilità di costruire un’opera multimediale personalizzata, basata sulla combinazione di immagini e suoni. In questo senso Multiart è app dai mille volti. Si rivolge, infatti, anche alle istituzioni educative impegnate nel processo di integrazione dell’arte in seno ai programmi didattici per stimolare la creatività e rendere più divertente l’apprendimento. Allo stesso tempo e modo è indirizzata a chiunque voglia esprimere la propria visione artistica o esplorare il mondo dell’arte multimediale: artisti emergenti, collezionisti digitali, appassionati di hi-tech, amanti dell’arte, professionisti del settore, creativi, designer, musicisti e content creator.
Oltre 50 artisti per lo sviluppo di Multiart
Più di 50 artisti – 12 dei quali in pianta stabile nello sviluppo continuo di Multiart – hanno contribuito in maniera decisiva alla creazione dell’app e del suo progressivo sviluppo, come nel caso del compositore, violoncellista Stefano Zeni, e di Marco Remondini, nel blasonato novero dei più talentuosi violoncellisti italiani attivo anche in progetti teatrali di prosa, danza e poesia.
Il sostegno incondizionato ricevuto da Multiart da parte di cosi tanti artisti testimonia come e quanto sia diffuso l’approccio ideologico ad una rivoluzione tecnologica che metta sempre al centro l’uomo e le sue necessità, secondo l’assunto che la macchina (si legga anche AI) possa e debba garantire il progresso ma senza prevaricazione alcuna.




