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Palermo. Il gusto dell’attimo e il senso della vita negli scatti di Eliott Erwitt

Palermo. Il gusto dell’attimo e il senso della vita negli scatti di Eliott Erwitt

La Fondazione Federico II si riconferma protagonista della scena internazionale espositiva e questa volta lo fa in grande stile con la mostra di Elliott Erwitt, proposta nel sontuoso Palazzo Reale di Palermo in un tripudio di immagini realizzate da uno dei più grandi fotografi della storia.

Noto in tutto il mondo per i suoi scatti, divenuti simbolo della nostra società oltre che veri e propri sistemi di riferimento antropologico per approfondire ed evocare accadimenti storici fra i più importanti, Erwitt è un fotografo particolarmente apprezzato per il suo approccio originale e denso di umorismo alla fotografia. 

Dai cani agli esseri umani, dalle persone comuni ai grandi personaggi come Marilyn Monroe, JFK, Muhammad Ali e tanti altri: Erwitt ha immortalato la vita nelle sue più particolari sfumature. Grazie alla sua straordinaria capacità di catturare con una visione unica momenti di vita quotidiana, questo immenso e amatissimo  fotografi è riuscito a creare immagini iconiche dove si intrecciano ironia e profondità di osservazione. 

Il Palazzo Reale di Palermo propone una selezione inedita di lavori del Maestro, con in mostra le serie ICONS, Kolor, Family, Self Portrait: 190 opere, di cui 110 in esposizione e oltre 80 in una video proiezione in HD. 

Già Presidente della celebre Magnum Photos, Elliott Erwitt sintetizza nelle sue opere l’interesse per l’uomo e il gusto dell’attimo che sa cogliere con un tocco di ineguagliabile magia. Tra i suoi soggetti preferiti figurano i cani: la sua capacità di osservare e rappresentarne le abitudini – oltre a quelle dei loro proprietari – ha dato vita a immagini che raccontano molto sulla società e sulle relazioni umane. Le sue fotografie canine sono state raccolte in diversi libri, veri e propri riferimenti per gli appassionati non solo della fotografia in generale ma anche degli animali in particolare.

Non meno importante è il suo lavoro come fotografo di personaggi famosi avendo immortalato figure leggendarie a cui ha dedicato veri e propri ritratti che vanno oltre la semplice schematizzazione, per rivelare introspezioni e aspetti sorprendenti dei suoi soggetti. 

Celebre la foto di Marilyn Monroe con il vestito che si solleva, scattata sul set di “Quando la moglie è in vacanza”: un’immagine che è diventata parte dell’iconografia del XX secolo, con un valore pressoché identico a quello dei più noti quadri della storia dell’arte.

“Elliott Erwitt non è stato solo un fotografo, ma un narratore visivo senza eguali, capace di trasformare l’istante in storia, il quotidiano in arte, l’ironia in poesia. Le sue immagini evocano in chi le osserva emozioni che si muovono su registri diversi, dalla commozione al sorriso, fino al divertimento più spontaneo. Scomparso nel novembre del 2023 all’età di 95 anni, ci ha lasciato un’eredità immensa: un archivio di fotografie che attraversano epoche, culture e sentimenti con un linguaggio universale, invitandoci a guardare il mondo con più indulgenza e meraviglia, mettendosi sempre al nostro fianco in quella leggerezza profonda che lui stesso definiva “The Art of Observation” spiega Biba Giacchetti, co-curatrice della mostra, una delle massime conoscitrici di Erwitt a livello internazionale.

Elio Romano Erwitz nasce il 26 luglio 1928 a Parigi da genitori russi di origine ebraica per morire a New York il 29 novembre 2023, a più di novant’anni e continuando sino alla fine ad osservare il mondo con occhi curiosi. Obiettivo? Catturare, con la sua inconfondibile miscela di umorismo e profondità, l’essenza della condizione umana. 

Non a caso il suo lavoro rimane una testimonianza della potenza della fotografia come strumento al tempo stesso di comunicazione e comprensione del mondo, capace di superare barriere linguistiche e culturali per parlare direttamente all’anima delle persone. 

Notevole la grande dimensione delle immagini sia in Black&White sia in Kolor, tutte presentate con passe-partout e cornici museali, con oltre 40 opere in dimensione 100×150 cm. L’allestimento, del resto, è stato specificamente progettato per assicurare un’immersione emozionante nel percorso e assicura quell’effetto wow tanto caro agli americani.

La mostra è anche un omaggio allo sguardo affettuoso, quasi sornione e profondamente umano che l’artista ha sempre rivolto all’universo femminile, con uno spazio interamente dedicato. 

Quattro le sue ex mogli, quattro le figlie adulte e quattro le nipotine — oltre alle molte donne che gli sono state accanto nel corso della sua vita: chi più di lui poteva ‘parlare’ al e del mondo femminile?

A rendere ancora più suggestivo il percorso, lo sfondo sonoro della visita, ovvero una playlist tratta dallo storico concerto in Central ParK Manhattan di Simon&Garfunkel, quel luogo dove in una Penthouse Studio è vissuto Elliot e dove la mostra ritrae in una video intervista originale il fotografo comunicandone il lato umano.

Incredibile anche la sua carriera che ebbe inizio dopo gli studi di fotografia al Los Angeles City College. Le sue abilità non passarono certo inosservate, tanto che nel 1948, quando incontrò Robert Capa, venne invitato a unirsi alla Magnum, dove avrebbe poi lavorato con Henri Cartier-Bresson e Marc Riboud. Tale ambiente e i relativi confronti costituirono le basi per la sua visione artistica, frutto di un equilibrio perfetto tra reportage e poesia visiva. 

Ciò che distingue il lavoro di Erwitt è la sua capacità di trovare momenti di straordinaria bellezza e significato nelle situazioni più ordinarie, di cogliere l’ironia e l’assurdo della condizione umana, creando immagini che fanno sorridere e riflettere allo stesso tempo.

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