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Albergo o casa? Come AirBnb ha cambiato l’esperienza di viaggio

Albergo o casa? Come AirBnb ha cambiato l’esperienza di viaggio

Una semplice accoglienza in casa che non solo si è trasformata in un business (per i founder e per tutti, con il tempo) ma che ha letteralmente stravolto il modo di fare le vacanze: parliamo di Airbnb, oggi portale per i viaggiatori, un tempo semplice idea nata nel 2007 da due giovani ragazzi che, durante l’università, decisero di affittare una delle stanze della loro casa per avere un’entrata in più che li aiutasse a pagare l’affitto.

Oggi AirbnB è un’azienda che vale 30 miliardi di dollari e si quota in borsa: un successo che conferma il desiderio dei viaggiatori di vivere un’esperienza diversa da quella a cui si è tutti stati abituati fino ai primi anni 2000. Ma perché Airbnb è stata capace di cambiare il paradigma del viaggio?

Un successo planetario tra business e opportunità

Airbnb rientra tra quegli strumenti della cosiddetta sharing economy, ovvero l’economia collaborativa, condivisa; un vero e proprio stile di vita, quello basato sulla sharing economy, che vede le persone condividere risorse di vario genere (auto, case, esperienze…): c’è da sottolineare che, in realtà, Airbnb rientra più nella parte ideologica e di marketing della sharing economy, poiché i servizi offerti da chi utilizza Airbnb sono dati (o presi) a pagamento e non con uno scambio alla pari.

Perché è così che funziona: ciò che si trova su Airbnb non solo (solo) singole stanze in cui passare la notte, ma intere case da utilizzare come proprie durante i soggiorni che abbiamo deciso o necessità di fare. Un’esperienza di viaggio diversa dal classico albergo o dal canonico Bed and Breakfast, strutture che hanno dovuto rivedere decisamente i loro piani di fronte all’esplosione di Airbnb.

È palese che per chi utilizza il portale per mettere in affitto le proprie stanze – il cosiddetto host – Airbnb sia diventato una grande risorsa di business (per alcuni si è trasformato in un vero e proprio lavoro, quello degli affitti brevissimi), mentre ancora si prova ad analizzare come mai questo strumento abbia ottenuto così tanto successo fin dai primi anni del suo sviluppo da parte degli ospiti.

Airbnb: albergo o affitto breve? Pro e contro delle diverse scelte

A discapito di quello che si può pensare, non è di tipo economico il vantaggio che i viaggiatori rilevano scegliendo di prenotare pernottamenti tramite Airbnb anziché nelle strutture alberghiere: anzi, in certi periodi dell’anno e in determinate zone del mondo e d’Italia, i prezzi delle strutture schizzano alle stelle (è il caso, ad esempio, degli appartamenti messi in affitto, tramite Airbnb, a Milano nei periodi di fashion week o Salone del Mobile).

 Quali sono, dunque, secondo i viaggiatori, i motivi per cui preferire una o l’altra opzione? Vediamo i pro e i contro.

  • Tra i vantaggi dati da Airbnb c’è la possibilità di avere una struttura (che sia una stanza o un intero appartamento) che rimane a tua disposizione h24, mentre un albergo ti chiede di lasciare la stanza un determinato numero di ore durante il giorno. Questo è perché in hotel puliscono quotidianamente la stanza, cosa che risulta un vantaggio a favore della struttura, mentre un appartamento preso con Airbnb è tendenzialmente da tenere pulito in maniera autonoma, dettaglio che per molti è un ostacolo specialmente durante le tanto agognate ferie.
  • Chi ama esplorare luoghi e situazioni, con Airbnb ha l’imbarazzo della scelta: dalle case di campagna alle stanze affrescate, dalle ville ottocentesche alle mansarde super tecnologiche, Airbnb permette di conoscere ambientazioni particolari, che diventano esse stesse parte della vacanza. Un albergo ha, tendenzialmente, una struttura classica che, però, ha il vantaggio di offrire servizi che chiaramente una casa non ha: dal ristorante alla lavanderia, dal bar alla spa, dal servizio di sicurezza e vigilanza alla customer care.
  • Ci sono anche motivazioni più “morali” da parte di chi, invece, predilige l’albergo: da diverso tempo, infatti, c’è un gran parlare sul rischio che Airbnb ha portato alle città, ovvero quello di vedere i centri abitati svuotati poiché, per chi affitta, è più conveniente utilizzare i propri immobili in questo modo anziché affittarli a chi ci vivrà dentro per anni. Questo ha fatto sì che anche i paradigmi del mondo degli affitti cambiassero, diventando più complicati per chi cerca casa. Conseguenze di cui, chi sceglie hotel e B&B, non vuole essere parte.

Come assicurarsi una buona esperienza di viaggio

Le “fregature” con Airbnb sono state davvero poche: la customer care del portale è eccellente e lo stesso servizio che controlla le inserzioni è assolutamente efficiente. Ma questo, a volte, non è sufficiente nemmeno per i migliori background; è capitato, infatti, che alcuni viaggiatori pagassero per l’affitto di case inesistenti o decisamente diverse (in peggio, ovviamente) dalle foto che erano allegate all’inserzione.

Un rischio che si può, in effetti, incorrere anche attraverso gli alberghi: immagini di stanze che poi non sono quelle che ti consegnano, servizi promessi che “momentaneamente” non sono utilizzabili e così via.

Come assicurarsi, dunque, una buona esperienza di viaggio? Nell’epoca dell’intelligenza artificiale, il miglior modo per evitare problemi è quello di confrontarsi con altre persone: il web è pieno di community di viaggiatori che condividono esperienze di viaggi e ai quali chiedere informazioni.

La maggior parte degli utenti si affida alle recensioni, lasciate sia agli host di Airbnb sia agli alberghi: è sicuramente una buona pratica quella di controllare le recensioni, ma soprattutto di controllare che ce ne siano, ma è bene farlo con attenzione poiché spesso vengono “comprate” o inventate pur di alzare le possibilità di prenotazioni della location.

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