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Chirurgia estetica, i dati parlano chiaro: l’urgenza è l’autostima

Chirurgia estetica, i dati parlano chiaro: l’urgenza è l’autostima

Stati Uniti, Brasile e Giappone guidano la classifica, ma anche l’Italia è tra le prime dieci. Parliamo di chirurgia estetica, un tema che spesso divide l’opinione pubblica ma che, davanti ai dati, conferma la sua utilità e la sua potenza: il Bel Paese è settimo nella classifica mondiale, con quasi 750mila interventi eseguiti nel 2022.

Tra gli interventi chirurgici troviamo la mastoplastica additiva in testa, seguita da blefaroplastica, liposuzione, trattamenti alle labbra e area periodale e rinoplastica; tra le procedure non chirurgiche troviamo, invece, acido ialuronico, peeling chimico e trattamenti anticellulite (report di Isaps Global Survey 2022 – International Society of Aesthetic Plastic Surgery). 

Chirurgia estetica: prevalgono le donne. I dati

I numeri della chirurgia estetica si confermano in continua crescita con un aumento globale di oltre il 40 per cento negli ultimi anni soprattutto rispetto alle procedure non chirurgiche, che rilevano il dato di crescita maggiore. Liposuzione e tossina botulinica sono le procedure estetiche più eseguite al mondo e l’aumento del seno rimane la procedura chirurgica più richiesta dalle donne; un aumento significativo lo si rivela tra gli interventi ai glutei. 

È in crescita l’approccio maschile al mondo della chirurgia estetica anche se il dato maggiore rimane ad appannaggio delle donne che superano l’80 per cento.

Rivolgersi alla chirurgia estetica è una soluzione, sia maschile sia femminile, per aumentare la propria autostima: «Curare la propria autostima significa lavorare per arrivare a quell’equilibrio completo che sappiamo che spesso la natura non può darci; significa riconoscere che se qualcosa di noi non piace, abbiamo il diritto di riportarlo in equilibrio rispetto alle nostre sensazioni a rispetto a cosa vogliamo vivere anche attraverso il nostro corpo per sentirci completamente a nostro agio – spiega Marcello Minuti, life coach –. Mi piace pensare al nostro corpo come una muta che riveste la nostra essenza. 

Marcello Minuti chirurgia estetica
Marcello Minuti

E cos’è la nostra essenza? È il nostro modo di pensare, di vivere, rappresenta la materia di cui siamo costruiti. Per tanto l’autostima è legata a quanto questo vestito ci calzi perfettamente addosso e questo nasce sempre da quanto abbiamo capito chi siamo e chi vogliamo essere per noi stessi».

“La chirurgia estetica? Solo se, prima di essa, abbiamo risolto il rapporto con noi stessi”

Come dicevamo, quello della chirurgia estetica è un tema che divide l’opinione pubblica: chi è a favore e ne individua la potenzialità e l’utilità e chi, invece, sostiene sia una scelta frivola e pericolosa sia dal punto di vista fisico sia per la psiche.

Va sottolineato che in molti casi la medicina estetica è utile per risolvere quei problemi di natura fisica che diventano invalidanti nella quotidianità di un individuo poiché impediscono il normale svolgimento delle attività oppure mettono in imbarazzo la persona, che si trova così a non essere libera nelle sue interazioni sociali. La chirurgia estetica diventa, quindi, un modo per migliorare la funzione del nostro corpo e non solo uno strumento utile all’autostima: è il caso, ad esempio, dell’alopecia, dell’acne, dell’obesità, degli eczemi o delle paralisi facciali.

«La chirurgia estetica è una soluzione, per tanto significa che esiste un problema: questo può già far capire l’importanza del chirurgo estetico per quelle persone che hanno una necessità oggettiva, sia essa legata a un fattore fisico oppure mentale.

È chiaro che il nostro corpo non è mai perfetto e mai lo sarà, credo che la chirurgia estetica non debba andare a coprire i difetti ma ad affinare ciò che la nostra mente ha già precedentemente e consapevolmente consolidato. Mi spiego meglio – specifica ancora Minuti –: quello che penso sia giusto è che una persona si avvicini alla chirurgia estetica solo dopo un percorso interiore durante il quale ha risolto alcune dinamiche mentali, ha capito quale sia l’immagine che ama di sé stessa e quale vuol essere il ruolo che vuole ricoprire nella sua vita e nella società.

Siccome il nostro corpo è anche rappresentativo di ciò che siamo, è bene che sia rappresentante anche della nostra mente ed è qui che può nascere quel contraddittorio che porta spesso le persone a dirsi contrarie alla chirurgia estetica; perché, è vero, una sorta di rischio morale c’è e lo si ritrova proprio nell’assenza di quel percorso interiore da svolgersi prima di approcciarsi alla chirurgia, perché in questo caso la chirurgia si trasforma in uno strumento a cui affidarsi continuamente a causa dei cambiamenti costanti dei canoni che ci impone la società e ai quali diventiamo sottoposti se prima non abbiamo scelto quali sono i nostri canoni con i quali vogliamo guardare a noi stessi.

Il rischio, quindi, è di deturpare il nostro corpo per una sorta di interminabile ricerca della nostra identità; anziché cercare il proprio benessere, senza rendersene conto in questo modo una persona si crea violenza e si impedisce di amarsi davvero». 

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